DA ZURIGO. Un 2019 non ancora in partenza

C’è chi non è ancora giunto al traguardo del semestre e chi è fermo alla linea di partenza per il prossimo. Il nuovo anno, 2019, pare sonnecchiare ancora un po’ sotto la neve di Zurigo. Le previsioni mostrano dunque una bassa corrente di esami appena finiti e un’alta mole di studio per coloro che ancora non li hanno iniziati. In prospettiva i buoni propositi e progetti sono congelati fino al 18 febbraio, grande tempo di riapertura dell’università e di chiusura di giacconi mai troppo pesanti: l’inverno, quello vero, deve ancora arrivare. D’altra parte la tradizione si infiltra sempre, e nessuno ha mancato di pensare o proporsi di cambiare qualcosa, realmente, per il prossimo anno. Superata la fase di riflessione per cui è possibile fare tutto, dovuta senz’altro agli abbondanti pasti natalizi, ci rendiamo conto che a vent’anni cambiare radicalmente le nostre abitudini, come prospettavamo di fare, è paradossalmente difficile. Il bilancio dell’anno appena concluso è invece cosa fattibile, tanto più che quanto fatto ci sembra frutto di una nostra azione, responsabilità e scelta. Così cambiare è un processo non realizzato dall’oggi al domani, ma da un nostro rimetterci in gioco, affrontare nuove sfide e cambiare vecchie abitudini. In fin dei conti quello che ci piace già lo abbiamo preso, il resto reso: le grandi aspettative per il 2019 sono in ogni caso riservate al 2020, almeno per noi. Infatti con la riforma Bologna 2020 in università, chi sa che non rimpiangeremo i tempi passati? Il massimo privilegio per il nuovo anno è essere riconosciuto come un bel 2019 post mortem.

Caroline Bianchi

Pubblicato sull’Universo, giornale studentesco universitario indipendente, gennaio 2019.

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