Zalando, shopping seduto

Meno giri, più sostanza: le tappe imprescindibili per un acquisto comodo, ma anche vantaggioso?

L’esperienza Zalando: la seduzione dell’avere una cabina di prova in casa. La realtà del non essere provvisti dello specchio restringente.

Quante volte, dopo un intero pomeriggio di shopping, abbiamo tirato fuori dalle borse colorate dei capi che ci sembravano perfetti, per poi renderci conto che saremmo dovuti tornare sui nostri passi per restituire il tutto? Shopping comodo, ecco cosa ci offre l’esperienza Zalando, una sfida che ci porta direttamente sulla passerella dell’acquisto online.

La pazienza dell’archeologo

Riuscire a scovare l’articolo che si desidera è sempre stato un miraggio per i consumatori. Precursori della moda o ritardatari sui nostri tempi, quello che si cerca immancabilmente non si trova. Online poi, le cose si complicano. Impossibile poter sfiorare con la mano la fila di vestiti appesi: qui i filtri sono essenziali, se non si vogliono trascorrere le prossime due ore a passare in rassegna pagina per pagina. Oltretutto, fuori luogo i consigli di abbigliamento propinati dallo stesso computer da cui facciamo i pagamenti e che sa meglio di noi quanto abbiamo sulla carta di credito!

Carta bianca all’investitore

Dunque, aggiungere tutto sulla lista dei desideri, aspettando che questa si trasformi magicamente nella lettera di Natale. Siccome nulla apparirà per incanto nel nostro guardaroba, tocca a noi armarci di un’incommensurabile forza di volontà e con scrupolosità stoica controllare regolarmente gli sconti. Piccoli broker di borsa per un grande acquisto, bisogna saper valutare con attenzione il momento migliore per rendere i desideri realtà, aggiungendoli al carrello. Le strategie possono essere molto diverse: c’è chi fa arrivare tutto insieme per cifre totali folli, chi si concede ogni 10 minuti una comanda e chi aspetta l’Occasione, ordinandone almeno due pezzi per taglia e colore.

Scopriamo le carte in camera

“La sua consegna sarà recapitata a breve”: il mantra che ci spinge ogni mattino a sbirciare nella cassetta della posta e a chiederci il vero significato della parola “breve”. Una volta arrivati i pacchi, deliziosa la sensazione della striscia di cartone bianco e arancione che viene via, rivelando la potenza di Photoshop. Dopo aver scoperto materiali e una gamma di colori non lontana da quella dei daltonici, il felice vincitore sopravvissuto al setaccio della nostra valutazione sarà salvato. Deposto con cura maniacale nella sua nuova dimora, i due terzi rimanenti saranno riavvolti nella plastica.

Postini per un giorno

L’organizzazione in questo caso è tutto e va eseguita con una meticolosa procedura, da seguire passo per passo. A prova di stupido, è necessario indicare su internet quali articoli torneranno nei loro magazzini e perché (“non va bene” è un buon sunto dei motivi) e poi richiudere il pacco, incollare l’etichetta fornita con la fattura e spedirlo in posta. E qui si cela una grande problematica: se i pacchi grandi si accumulano, sarà inevitabile una lunga serie di andata e ritorno, coronata dagli sguardi scettici della cassiera. Quello che non sappiamo è cosa ne faranno della pila di vestiti restituiti, mai usati, sicuramente non riciclati: un inconfessato rogo consumistico?

Caroline Bianchi

Pubblicato sull’Universo, giornale studentesco universitario indipendente, gennaio 2020.

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